lunedì 8 agosto 2011

Francesca, i cavalier, l'arme e gli amori...




Dopo lo spettacolo abbiamo offerto Alberto Nicolino "in pasto" a Francesca Sortino ed alle altre fanciulle partecipanti ad Universo Teatro. Ecco il risultato...


Ieri ci siamo sentiti tutti come bambini a ridere ai racconti di Alberto Nicolino che ci ha presentato la storia dell'Orlando Furioso dal punto di vista del Mago Atlante. La sua passione verso questo poema nasce dai tempi dell'Università, ci racconta Alberto in un'informale intervista di seguito allo spettacolo, e difatti chi è un vero appassionato, riesce ad appassionare anche gli altri.

Proprio questo è stato il suo strumento di coinvolgimento principale nei confronti del pubblico; una scenografia essenziale si è rivelata suggestiva per l'uso sapiente di pochi e semplici strumenti quali un imbuto, una scodella, una girandola, un cilindro ed un mantello. Trasformandosi da narratore a paggio, da sovrano a paladino, in maniera eclettica Alberto ci ha intrattenuto spensieratamente in una commedia dai ritmi concitati scanditi dalla sua abilità di riprodurre in maniera straordinariamente verosimile alcuni semplici suoni come ad esempio il galoppo di un cavallo o lo sbuffare di una locomotiva. Espediente, questo, che non aveva un intento preciso, ci spiega Alberto, ma che è nato spontaneamente dalla lettura del testo e che ben s'incastrava con alcuni passi del poema. Il poema stesso ci viene rappresentato come luogo caldo e confuso nel quale il Mago Atlante esercita un certo potere e sembra essere quell'unico personaggio che possieda una coscienza critica nei confronti degli avvenimenti del poema ariostesco.

L'Orlando Furioso nasce come opera che apparentemente non possiede uno scopo preciso e all'interno di essa ci sono vari elementi che contribuiscono all'avvaloramento di tale tesi. Difatti il poema si chiude così come l'inizio: senza nessun cambiamento. Non possiede un vero e proprio sviluppo che sfoci in uno "spannung" ma è caratterizzato principalmente da un avvicendarsi di imprevisti e contorsioni letterarie attorno ad una trama inesistente che si sviluppa in elaborati intrecci di varie storie il cui tema principale è sempre quello dell'amore. I personaggi difatti sono caratterizzati dalla "quete", una ricerca che non porta a nessun risultato poiché alla base di questo affanno vi è la volontà di raggiungere qualcosa che non si è mai visto e che non si conosce, pertanto, l'idealizzazione e l'illusione la fanno da padrone.

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