domenica 24 agosto 2008

Interno con volo


In un desolato paese della Sicilia, nel giorno di Sant’Antonio, due fratelli salgono fino alla stanza soprasopra. Pino, primo fratello, e Sergio, handicappato, mezzo cervello, fardello più che fratello. Qualche piano sotto qualcosa di terribile è accaduto. Centocinquanta chili di madre-padrona giacciono nella vasca da bagno.
La giornata di Sant’Antonio è giorno di liberazione, di volo. I due fratelli, dopo essersi liberati dalla zavorra materna, sognano di arrivare dritti nella casa dell’Orsa Maggiore, su nel cielo. Ma serve un ultimo gesto: estremo, calcolato e spettacolare, da compiere proprio mentre la processione con la banda e la statua del Santo passano sotto la loro finestra: “Sergio, tudei io e tu veri femus!”.
Questo dramma familiare si consuma tutto negli istanti che precedono il sommo atto; brevi momenti in cui è possibile leggere la vita intera della misera famiglia, scandita da pisciate e cacate della matrona, dai cambi di mutande, dai bagni in vasca per sgrasciarla, tentando di resistere agli improperi e ai suoi capricci da generalessa.

In scena basta una tenda a fiorellini. L’intensa interpretazione dei due attori è sufficiente a creare attorno a quel lembo di stoffa non solo tutta la casa ma il paese intero, con il buio, i vizi e le superstizioni.
I fratelli si passano il ruolo del coraggioso come un testimone nella staffetta, e continuano ad amarsi e ad accudirsi a vicenda anche nel momento estremo. Si inventano un mondo tutto loro che diventa simbolo di quello che non hanno conosciuto nella realtà: la foto di Antonella, tutta minne e culo, da tenere nella tasca dei jeans – anche se le donne sono tutte buttane – e un tappetino che, come quello di Aladino, diventa piattaforma di lancio verso l’universo.

"Desideranza" , presentato dai palermitani Teatrialchemici, ha ottenuto una menzione speciale al Premio Scenario 2007 "per la forza poetica e l’energia implacabile con cui i due attori rappresentano un dramma famigliare orribile e attraente, consumato nella chiusura e nella solitudine, fra fantasmi insepolti e angherie quotidiane, in un sud che mescola religione e superstizione, amore e violenza, esterni assolati e interni vischiosi, dove la malattia è destino e la libertà è un sogno da lanciare nel vuoto, in un crescendo
distruttivo di dolore e abbandono magistralmente scritto e magistralmente interpretato sulla scena."

di e con
Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi

Questa sera (domenica 24 agosto) ore 21 nel parco di Villa Patti a Caltagirone

Nessun commento: