Come qualcuno ha già detto meglio di noi, la bellezza di un rituale sta nella ripetizione.
Ci sono cose che ripetiamo da anni, alla conclusione di ogni edizione di Teatri in Città, e che ci fa piacere continuare a ripetere.
Come, ad esempio, la felicità per la presenza entusiastica e costante dei giovani volontari (partecipanti al progetto Universo Teatro) che hanno seguito lo svolgersi del festival in tutte le sue fasi e a cui speriamo di aver, in qualche modo, “attaccato il vizio” del teatro.
O la gratitudine, sia per la partecipazione di un pubblico che continua a seguire le nostre proposte con attenzione, curiosità, rispetto e competenza, che per la stima e l’affetto che ancora una volta registriamo da parte degli artisti e colleghi, senza la cui comprensione e flessibilità rispetto alle condizioni di budget “estreme” in cui ci tocca operare non saremmo materialmente in grado di offrire alcun tipo di programmazione di qualità.
Oppure, ancora, l’apprezzamento per la collaborazione e l’assistenza da parte del Comune di Caltagirone e del personale di Villa Patti, e per il sostegno e l’attenzione da parte di stampa, critica e media (fra cui quest’anno possiamo anche annoverare, con una punta di orgoglio, Radio24, Radio3 RAI ed il nostro media partner Succoacido.net).
Ce ne sono però alcune, fra le cose che ripetiamo da anni, il cui riproporsi – dopo diciassette anni, alla vigilia della “maggiore età” per Teatri in Città - ci fa assai meno piacere e ci imbarazza doverne ancora parlare.
Due fra tutte: la ciclicità implacabile di un rapporto quantomai schizofrenico con i nostri referenti istituzionali (tra l’altro assenti anche da spettatori) che ancora ci vede naviganti a vista in un pantano di precarietà e potenzialità sottoutilizzate, e la mancanza di una sede stabile di attività e programmazione che non solo noi ma la comunità cittadina tutta ha ben dimostrato di desiderare e meritare.
Su entrambe le questioni ci siamo già ampiamente espressi ma ribadiamo quanto, ancora di più in questo momento di grave crisi sociale ed economica, sia necessario per le istituzioni investire progettualmente sulla cultura per offrire opportunità di crescita ad una comunità.
La sede stabile l’abbiamo indicata da anni: lo spazio comunale del quartiere Semini a Caltagirone potrebbe essere – con i dovuti adeguamenti funzionali - una perfetta Casa del Teatro per l’Infanzia e
A presto, con i migliori auspici.
Fabio Navarra, Nicoleugenia Prezzavento