mercoledì 10 agosto 2011

Teatri in Città: repetita iuvant


Come qualcuno ha già detto meglio di noi, la bellezza di un rituale sta nella ripetizione.

Ci sono cose che ripetiamo da anni, alla conclusione di ogni edizione di Teatri in Città, e che ci fa piacere continuare a ripetere.

Come, ad esempio, la felicità per la presenza entusiastica e costante dei giovani volontari (partecipanti al progetto Universo Teatro) che hanno seguito lo svolgersi del festival in tutte le sue fasi e a cui speriamo di aver, in qualche modo, “attaccato il vizio” del teatro.

O la gratitudine, sia per la partecipazione di un pubblico che continua a seguire le nostre proposte con attenzione, curiosità, rispetto e competenza, che per la stima e l’affetto che ancora una volta registriamo da parte degli artisti e colleghi, senza la cui comprensione e flessibilità rispetto alle condizioni di budget “estreme” in cui ci tocca operare non saremmo materialmente in grado di offrire alcun tipo di programmazione di qualità.

Oppure, ancora, l’apprezzamento per la collaborazione e l’assistenza da parte del Comune di Caltagirone e del personale di Villa Patti, e per il sostegno e l’attenzione da parte di stampa, critica e media (fra cui quest’anno possiamo anche annoverare, con una punta di orgoglio, Radio24, Radio3 RAI ed il nostro media partner Succoacido.net).

Ce ne sono però alcune, fra le cose che ripetiamo da anni, il cui riproporsi – dopo diciassette anni, alla vigilia della “maggiore età” per Teatri in Città - ci fa assai meno piacere e ci imbarazza doverne ancora parlare.

Due fra tutte: la ciclicità implacabile di un rapporto quantomai schizofrenico con i nostri referenti istituzionali (tra l’altro assenti anche da spettatori) che ancora ci vede naviganti a vista in un pantano di precarietà e potenzialità sottoutilizzate, e la mancanza di una sede stabile di attività e programmazione che non solo noi ma la comunità cittadina tutta ha ben dimostrato di desiderare e meritare.

Su entrambe le questioni ci siamo già ampiamente espressi ma ribadiamo quanto, ancora di più in questo momento di grave crisi sociale ed economica, sia necessario per le istituzioni investire progettualmente sulla cultura per offrire opportunità di crescita ad una comunità.

La sede stabile l’abbiamo indicata da anni: lo spazio comunale del quartiere Semini a Caltagirone potrebbe essere – con i dovuti adeguamenti funzionali - una perfetta Casa del Teatro per l’Infanzia e la Gioventù.

A presto, con i migliori auspici.

Fabio Navarra, Nicoleugenia Prezzavento

lunedì 8 agosto 2011

Teatri in Città: Day 6 - Turi Marionetta




lunedì 8 agosto 2011 ore 21,00
Savì Manna (Catania)
TURI MARIONETTA
di e con Savì Manna

“Turi Marionetta” rappresenta l’esordio di un giovane autore e regista che sceglie di mettere in scena il frutto del proprio lavoro di ricerca sull’universalità e l’evoluzione della
marionettistica
. In un solo atto si ripercorre la storia del teatro di figura partendo dalle maschere di data preistorica fino all’Opera dei Pupi, vero caposaldo della tradizione teatrale siciliana. Qui la narrazione raggiunge il suo apice fondendo lo stile del teatro delle ombre con la tecnica del “Cuntu”.

II testo, alternando l'italiano accademico al siciliano, rende lode alla molteplicità dei registri
linguistici del nostro dialetto, usato come mezzo di rimembranza da un anziano catanese o come stile specifico “recuperato” dell’Opera dei Pupi. Il lavoro esprime tutta la forza della passione per un
linguaggio artistico popolare, molto vicino al teatro di strada e connotato da una capillarità tanto importante, nel secondo dopoguerra, da assumere le caratteristiche di un teatro rionale. Savi Manna riesce a fondere insieme tradizione orale, di cui si perde rapidamente memoria, con una attenta
raccolta di dati e informazioni provenienti dalla più accurata ricerca umanistica, riuscendo a far emergere un grido d’allarme verso le forme di comunicazione attuali che relegano i soggetti
all’interno delle proprie case e appiattiscono le molteplicità delle forme linguistiche.

La scena mette a fuoco tutta l’energia e la forza che il racconto di un anziano suscita in chi ascolta, con la sua capacità di andare a ritroso in un tempo sconosciuto ricco di visioni e di imprese. Come un bambino davanti al camino che brama i racconti del nonno, lo spettatore viene letteralmente
immerso in un’atmosfera concentrata e divertita di ascolto, in
un passato fatto di imprese
eroiche, di "ammazzatine" e conquiste
con un unico denominatore che è quello
dell’intrattenimento e della comunicazione. Nel testo alcuni momenti di autentico divertimento riportano di getto alla vita quotidiana, coinvolgendo il pubblico e stimolando una riflessione sul rapporto fra realtà e messa in scena.

Nato nel 1971 il catanese Savì Manna è studioso di teatro di figura e tradizione nonché artista multiforme: collabora con la “bottega” Cartura nella costruzione ed animazione di marionette e suona il violino da più di quindici anni – rigorosamente da autodidatta.
Ha collaborato con Gioacchino Palumbo, Roberta Torre, Marcello Cunsolo, Donatella Finocchiaro, Giovanni Calcagno, Alessandra Pescetta, CaneCapovolto.

Francesca, i cavalier, l'arme e gli amori...




Dopo lo spettacolo abbiamo offerto Alberto Nicolino "in pasto" a Francesca Sortino ed alle altre fanciulle partecipanti ad Universo Teatro. Ecco il risultato...


Ieri ci siamo sentiti tutti come bambini a ridere ai racconti di Alberto Nicolino che ci ha presentato la storia dell'Orlando Furioso dal punto di vista del Mago Atlante. La sua passione verso questo poema nasce dai tempi dell'Università, ci racconta Alberto in un'informale intervista di seguito allo spettacolo, e difatti chi è un vero appassionato, riesce ad appassionare anche gli altri.

Proprio questo è stato il suo strumento di coinvolgimento principale nei confronti del pubblico; una scenografia essenziale si è rivelata suggestiva per l'uso sapiente di pochi e semplici strumenti quali un imbuto, una scodella, una girandola, un cilindro ed un mantello. Trasformandosi da narratore a paggio, da sovrano a paladino, in maniera eclettica Alberto ci ha intrattenuto spensieratamente in una commedia dai ritmi concitati scanditi dalla sua abilità di riprodurre in maniera straordinariamente verosimile alcuni semplici suoni come ad esempio il galoppo di un cavallo o lo sbuffare di una locomotiva. Espediente, questo, che non aveva un intento preciso, ci spiega Alberto, ma che è nato spontaneamente dalla lettura del testo e che ben s'incastrava con alcuni passi del poema. Il poema stesso ci viene rappresentato come luogo caldo e confuso nel quale il Mago Atlante esercita un certo potere e sembra essere quell'unico personaggio che possieda una coscienza critica nei confronti degli avvenimenti del poema ariostesco.

L'Orlando Furioso nasce come opera che apparentemente non possiede uno scopo preciso e all'interno di essa ci sono vari elementi che contribuiscono all'avvaloramento di tale tesi. Difatti il poema si chiude così come l'inizio: senza nessun cambiamento. Non possiede un vero e proprio sviluppo che sfoci in uno "spannung" ma è caratterizzato principalmente da un avvicendarsi di imprevisti e contorsioni letterarie attorno ad una trama inesistente che si sviluppa in elaborati intrecci di varie storie il cui tema principale è sempre quello dell'amore. I personaggi difatti sono caratterizzati dalla "quete", una ricerca che non porta a nessun risultato poiché alla base di questo affanno vi è la volontà di raggiungere qualcosa che non si è mai visto e che non si conosce, pertanto, l'idealizzazione e l'illusione la fanno da padrone.

domenica 7 agosto 2011

Teatri in Città: Day 5 - Orlando Furioso raccontato dal Mago Atlante




domenica 7 agosto 2011 ore 21,00
Alberto Nicolino (Palermo)
Orlando Furioso raccontato dal mago Atlante
di e con Alberto Nicolino

Un attore per quattro personaggi, Si trasforma cambiando voce e cappello, si muove come un pupo. Per costumi elmi a forma di imbuto, pennacchi, girandole e scodelle di metallo.

L'Orlando Furioso è un appassionante labirinto di immagini e storie in cui ognuno dei
protagonisti insegue invano un oggetto, una donna, un nemico. È il mago Atlante, nella versione teatrale, ad accogliere il pubblico tra le pagine del poema. È lui a condurre e a narrare le vicende, ma non a controllare i destini in gioco. L'unico in grado di tirare le fila sta fuori dal poema ed è,
naturalmente, il poeta Ludovico Ariosto. "Qui dentro"
protesta Atlante contro il suo autore "siamo costretti a vivere sotto la dittatura della Fortuna, che determina ogni cosa! Tutti si muovono in modo prefissato, come pupazzi in una scacchiera!"

Ma dietro alle corazze lucenti, tra le pieghe delle inutili e roboanti imprese, si intravedono le
sofferenze d'amore.
L'unico ad accorgersene è proprio Atlante, però i suoi poteri finiscono qui.
È un mago che non controlla un bel niente e le sue magie sono trucchi da quattro soldi...

Laureato in Filosofia alla Statale di Milano e diplomato alla scuola del Teatro del Sole, Alberto Nicolino si forma e collabora con Claudio Morganti, Renata Molinari, Mimmo Cuticchio, Marco Baliani, Dani Kouyatè.
Nel 2006 realizza - come regista e montatore -
“Stirru/Racconti di Zolfo”, documentario sulle zolfare siciliane.

Per l’etichetta discografica Teatro del Sole di Palermo ha ideato e curato il CD “E Lu Cuntu
Camina
”, con una selezione di registrazioni di antichi racconti e canti del paese di Camporeale.