A luci spente e sipario calato: è questo solitamente il momento in cui, dopo un sospiro di sollievo, si tirano le somme, si fanno i primi timidi propositi e progetti per il futuro - che da noi , dato che siamo in Sicilia e per non smentirsi mai, assume la forma di un eterno e dilatato presente non solo nella grammatica ma anche e soprattutto laddove si tenti di programmare attività con un minimo di costanza e prospettiva.
Prima però dei doverosi ringraziamenti di rito vorremmo indulgere in una piccola riflessione sul concetto di "partecipazione", e lo facciamo grazie allo spunto che ci forniscono due lettere di nostri spettatori; una giuntaci qualche giorno prima dell'inizio del festival, l'altra un paio di giorni dopo la chiusura.
La prima delle due lettere entra subito nel vivo di quella che senza dubbio è stata la novità più tangibile dell'edizione 2008 di Teatri in Città, ovvero l'introduzione di un biglietto d'ingresso (€5 per singolo evento, €15 l'abbonamento per cinque serate):
"Per la prima volta ho scoperto la serie di spettacoli proposti da questa associazione culturale un anno fa, agosto 2007. Casualmente mi è giunta voce di questi eventi culturali, ne sono rimasto colpito ed entusiasta per l'intraprendenza dell'organizzazione e la professionalità dei partecipanti.
Il tutto coronato da un sacro principio, ossia quello di permettere al popolo di poter godere della produzione culturale della propria terra nel modo più gratuito possibile.
Con molta sorpresa e rammarico ho notato che quest'anno non sarà così, ciò non mi impedirà di partecipare agli spettacoli che ho atteso per un anno ma forse disincentiverà molti tra la già bassa percentuale del pubblico presente gli anni passati a presentarsi. Mi chiedo come mai ci sia stato questo salto anche se ovviamente la risposta è abbastanza scontata.
La mia irritazione nel vedere che è stato fissato un prezzo agli spettacoli, per un attimo mi ha fatto desistere ma credo vivamente nella vostra iniziativa e la sosterrò comunque."
Senza riproporvi per intero l'epistolario (che i più curiosi possono comunque trovare qui) vorremmo ribadire che il piccolo "sacrificio" richiesto al pubblico di Teatri in Città è stata sì una necessità dettata dalla quasi totale assenza di contributi economici istituzionali, ma anche e soprattutto la richiesta di una scelta consapevole di sostegno e partecipazione che comprende il rispetto verso il lavoro degli artisti e degli organizzatori, il valore personale che si attribuisce al coltivare i propri interessi ed alla possibilità di fruirne nel migliore dei modi, e molto altro ancora.
Avendo ben presente lo stato pressoché vegetativo in cui versano gli enti pubblici in Sicilia (ma anche nel resto della nazione) dal punto di vista delle finanze, possiamo realisticamente prevedere che Teatri in Città difficilmente tornerà mai più ad essere una manifestazione ad ingresso gratuito; possiamo però adoperarci, e cercheremo in tutti i modi di farlo, insieme ad enti pubblici, istituzioni e sponsor, affinché il contributo richiesto al pubblico rientri sempre nei limiti del "giusto", per consentire a quante più persone lo desiderino di partecipare degnamente al festival.
E questo ci conduce direttamente alla seconda lettera:
"Ieri sera ho partecipato allo spettacolo “Desideranza” messo in scena a Villa Patti di Caltagirone.
Non uso casualmente il termine “partecipato” poiché il coinvolgimento suscitato in me dalla rappresentazione richiede una parola che dia il senso di un assistere attivo e presente. Se fossi un'esperta di teatro saprei attribuire tale intensa suggestione al perfetto equilibrio del ritmo narrativo, all'impeccabile sintesi espressiva della recitazione, alla compiutezza del testo, all'abilità di riempire dinamicamente lo spazio scenico, alla fascinazione del gioco di luci.
Tuttavia, se anche fossi un'esperta di teatro, se anche sapessi addurre e motivare queste ed altre ragioni tecniche, nessuna di esse saprebbe dar conto dell'emozione che “Desideranza” mi ha regalato: l'angosciante sensazione del decidere di rompere legami ossessivi eppure rassicuranti che, in un crescendo sempre più articolato e complesso di sentire, diventa epico atto di suprema libertà.
Non una fallimentare rinuncia -complice la straordinariamente efficace disposizione dell'illuminazione- è parso il volo di Pino e Sergio dalla finestra della stanza soprasopra, ma la scelta consapevole e coraggiosa di recidere la reciprocità di una dipendenza letale. E non è attesa passiva di un evento esterno, ma ricerca dello zenith assoluto, la volontà di compiere l'ardito gesto al passaggio del Santo.
Ma non sono, quelli di Pino e Sergio, l'ardimento e l'epicità di eterei eroi greci ma la fermezza e l'audacia, l'interiore vigore, la fiera determinazione che solo dal reciproco fraterno amarsi può trarre fondamento.
Per tutte queste sensazioni e per le altre per le quali non so trovare le parole: grazie!"
Parole come queste riescono come per incanto a "chiudere il cerchio", a dare un senso profondo al lavoro che abbiamo scelto e che scegliamo, quotidianamente e testardamente, di portare avanti; e, in questo eterno presente di testardaggini e battaglie, ci fanno sentire meno soli.
Grazie, dunque, all'amica che ha amato tanto Desideranza, e a tutti gli altri che hanno provato - per quello o per altri spettacoli - le stesse emozioni; grazie a tutto il pubblico per aver seguito ogni spettacolo, pur con le proprie legittime differenze di gradimento, con immenso rispetto, attenzione e curiosità.
Grazie a Silvia, Daniela e Roberta, le volontarie che ci hanno assistito nella logistica del festival: ragazze giovanissime che per la prima volta partecipavano "dall'interno" ad una manifestazione culturale e per le quali speriamo di aver aperto dei piccoli nuovi orizzonti nel panorama dei loro interessi.
Grazie a Paolo, Davide, Simone, Marco, Melissa, Vincenzo, Anna, Adriana e Salvo: i ragazzi di GestiColando che sono rimasti con noi fino alla fine e che, speriamo, ci rimangano vicini per altre imprese (nostre e loro).
Grazie agli artisti, come sempre, per la stima che ci confermano nell'accettare la nostra ospitalità a condizioni spesso al limite del "simbolico".
Grazie al Comune di Caltagirone (nella persona del Vice-Sindaco Alessandra Foti, che abbiamo visto cantare e battere le mani in prima fila insieme a I Beddi...) ed agli sponsor di Teatri in Città 2008, per averci comunque sostenuto.
Grazie al personale di Villa Patti per la disponibilità e l'assistenza quotidiana, a Roberto Allegrezza per la gestione delle "varie ed eventuali", ed al cane Billy, buongustaio e grande estimatore del pecorino fresco...
Il blog rimane come sempre aperto, per noi e per voi, a commenti, racconti, stimoli e pungoli.
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